In Italia gli acquisti, quando sono di importo rilevante, possono far scattare l’allarme ai piani alti dell’Agenzia delle Entrate. E questo, in particolare, quando il contribuente da un lato acquista dei beni costosi, e dall’altro presenta al Fisco italiano, in dichiarazione, un reddito che si discosta e di molto dalla sua capacità di spesa.
L’esempio lampante al riguardo, e per esempio, è rappresentato dall’acquisto di una vettura costosa, ovverosia di un’auto di lusso sulla quale, tra l’altro, scattano ai sensi di legge delle maggiori imposte per il possesso. E questo per modelli di auto che, per esempio, riconducibili a brand come la Ferrari, la Porsche, la Maserati, ma anche vetture di fascia alta di brand come la Tesla, noto produttore americano di auto di lusso elettriche, e la BMW. E lo stesso dicasi per altri marchi come la Rolls Royce e la Bugatti.
Ecco quando in Italia una vettura costosa è considerata un’auto di lusso
Attualmente, infatti, per il Fisco italiano un’auto viene considerata di lusso quando la sua potenza supera la soglia dei 185 kW. Ed in tal caso il proprietario del veicolo non solo deve pagare il classico bollo auto, che è una tassa regionale, ma pure il cosiddetto superbollo che, essendo invece un’imposta erariale, va a finire dritta dritta nelle casse dello Stato centrale.
Il superbollo, come tassa aggiuntiva al bollo auto, per le vetture di lusso, viene calcolato nella misura di 20 euro per ogni chilowatt di potenza che eccede la soglia sopra indicata, ovverosia quella dei 185 chilowatt. La potenza del veicolo in possesso, espressa proprio in chilowatt, è indicata nel libretto di circolazione dell’auto.